Che cosa ci guadagno?
“Ma piangerai!” disse il piccolo principe. “E’ certo”, disse la volpe. “Ma allora che ci guadagni?” “Ci guadagno”, disse la volpe, “il colore del grano”
…Che cosa ci guadagno?…
Questa domanda mi accompagna da quando si è iniziato a parlare di fase 2. Per un attimo – pur nel profondo rispetto di chi sta pagando un prezzo altissimo in termini di lutti, dolore, rischio, fatica fisica, responsabilità sociali – ho sentito il timore di non aver sfruttato appieno questo tempo di quarantena. Per un attimo ne ho temuto la fine.
Così ho iniziato a farmi la domanda. E le risposte sono arrivate.
Ci guadagno…lo sbocciare dei fiori:
ho sempre avuto piante in casa e sul terrazzo e mi sono sempre rallegrata di vederle crescere e fiorire, ma solo in questo periodo posso godere giorno per giorno dei primi abbozzi di gemma, del loro inturgidirsi, del loro sbocciare… Giorno dopo giorno, gustando l’intrepida forza della natura che senza sosta mi manda un messaggio di forza, di fiducia, di speranza, di cicli da rispettare.
Ci guadagno…le carezze delle piante:
sì, perché nel guardare le gemme dischiudersi e le nuove foglie farsi strada le mani vanno con delicatezza a sfiorarle con gesto di profondo rispetto e cura, consapevoli della loro sensibilità. Oggi posso dire senza vergognarmi che siamo entrate in contatto, che il mio ascolto è più ricettivo, che non sono più solo io ad occuparmi di loro ma che c’è una reciprocità.
Ci guadagno…i piselli da sgranare:
gesto intimo e giocoso che facevo da piccina insieme alla mamma e alla nonna, poi cancellato dalle comode buste di piselli surgelati. Be’…li ho sgranati, e ho ritrovato in quel gesto il sapore dell’infanzia.
Ci guadagno…il lasciar andare il controllo:
saper stare nel qui e ora, nella pienezza del “non so”, nella costante consapevolezza della mia impermanenza. Vivere totalmente quel che c’è, perché è questa oggi la mia “normalità”
Ci guadagno…la gentilezza:
le roselline del giardino dei miei vicini, issate dal pianoterra nel nostro “cestino passagentilezza”… sapersi pensati dalle persone che ci abitano accanto e pensarle, accorgersi che non sto vedendo da un po’ di giorni i vicini dell’ultimo piano, preoccuparsi di come stanno, ricevere la spesa da chi è potuto andare al supermercato, farla per chi non può uscire… Tantissimi gesti di gentilezza che ci scaldano i cuori. Siamo sempre noi, eravamo questi anche prima, ma siamo cresciuti in gentilezza e attenzione.
Ci guadagno…la lezione del NO:
laddove ho sentito un senso di sollievo nel “non poter andare a fare…” ho imparato a riconoscere tutti quegli obblighi che io sola mi impongo per mille antichi motivi.
Ci guadagno…l’esercizio del discernimento:
l’improvviso vuoto generato dall’inizio della quarantena è stato immediatamente riempito a dismisura da infinite proposte-comunicazioni-informazioni-opinioni-illazioni-critiche-giudizi-messaggi-attività on line…un’ondata travolgente da cui è stato necessario prendere un po’ di distanza per poter fare delle scelte allineando mente, cuore ed emozioni.
Ci guadagno… il senso dell’Uno:
la percezione di pienezza e l’assenza di solitudine che si prova quando si impara a coltivare con fili invisibili le relazioni d’anima, persone che ti sembra di conoscere da sempre anche se le hai appena incontrate e persone che non vedi da anni ma ti sembra non sia trascorso nemmeno un giorno…solide, piene, presenti
Ci guadagno quindi la comunicazione profonda, quella che non passa né attraverso le parole né attraverso i gesti.
E la lentezza, il ritmo del respiro, la sobrietà.
Ci guadagno…la nudità di me di fronte a me stessa:
tutto è davanti ai miei occhi, ogni mio moto emotivo, ogni pensiero, ogni reazione, ogni forza e ogni debolezza, tutte le risorse e tutta la vulnerabilità. Tutto è ridotto all’Essenza quando ogni (falsa) certezza svanisce. Impossibile mentire.
Credo potrei andare avanti ancora…e mi sento ricca