Perchè non sia passato invano

Quanto facilmente scivoliamo nei noti meccanismi che creano sempre le stesse dinamiche relazionali e gli stessi malesseri!

Nel periodo del lockdown, quando tutti eravamo obbligati a dire NO ad un’infinità di situazioni che normalmente occupavano la nostra vita, ho raccolto dalle persone che ascoltavo anche tanto sollievo…come se questa indiscutibile ragione di forza maggiore fosse l’unica possibilità di dire i propri profondi NO che non avevano mai osato ascoltare.

Non solo dolore e senso di impotenza, non solo paura quindi, ma, paradossalmente, sollievo.

Un sollievo tenuto nascosto, sentito quasi come inopportuno, poco appropriato, se non addirittura disdicevole…

Il sollievo da tutte quelle scelte fatte “per amore” dimenticandosi totalmente di aver cura di sè, il sollievo dalla sensazione di sentirsi indispensabili, dall’idea che “senza di me lui/lei non ce la puà fare”: e pensare che a volte la nostra “generosità” diventa un autentico impedimento alla crescita dell’altro/a privandolo/a della possibilità di attivare le proprie risorse in modo creativo!

Ed ancora: sollievo da tutti i condizionamenti sociali, da tutte quelle situazioni in cui temiamo il giudizio della gente: “se non vado che cosa diranno? quale scusa posso inventare? non ho voglia di farlo ma non posso dire di no altrimenti…”

Facciamo caso a quante volte nel nostro parlare usiamo la parola “devo”! Sotto sotto, sentirci sollevati ci fa quasi sentire sbagliati…

Ma che sorpresa quando qualcuno, sorridendoci con gli occhi, ci rivela che siamo autorizzati a godere di questo sollievo!

Poi però… c’è un però… Perchè quando sveliamo qualcosa di noi a noi stessi, quando com-prendiamo (prendiamo con noi) la natura di quel sollievo e il prezzo della nostra incapacità di custodire i nostri confini, a quel punto se non troviamo il coraggio di imparare a dire no (con gentilezza, grazia e fermezza), sentiremo un malessere crescente perchè sapremo che stiamo tradendo noi stessi.

Ed eccoci al punto: “fase 2…fase 3… #andràtuttobene…quando tutto tornerà come prima…”

Perchè non sia passato invano,

perchè non vada perduta un’opportunità di crescita così rara, che ci ha scossi con forza nei nostri più intimi recessi,

perchè nulla torni come prima, occorre continuare a rimanere in profondo contatto con se stessi, rallentare e autorizzarsi a dire nuovi e sorprendenti NO, NON ORA, NON ANCORA, NON COSI’!

Pensiamo per un attimo che fino a qualche mese fa se qualcuno che aveva la febbre non andava a lavorare veniva più o meno velatamente accusato di essere scansafatiche…Oggi se abbiamo la febbre “non possiamo” nemmeno entrare in un supermercato! Finalmente! …Che sollievo potersi permettere di acoltare i messaggi del proprio corpo! Guardarsi allo specchio e riconoscersi “fascia protetta, a rischio”, e smetterla di travestirsi da supereroi.

Non sto parlando di egocentrismo o di vittimismo: sto desiderando per me e per tutti una maggiore autenticità, il candore dei bimbi, lo splendore dell’Anima che ha bisogno di espandersi.

Recentemente, durante una giornata di formazione on line, è stato detto che in questo tempo molte persone “hanno capito” che vogliono cambiare lavoro, altre che vogliono separarsi, altre che è arrivato il momento di chiedere aiuto, ecc… Già…ma l'<<aver capito>> appartiene ancora all’area del pensiero: occorre tradurre i nostri pensieri in azioni, dargli terra, radici, concretezza.

Ognuno di noi ha capito cosa non vuole più, ora è il momento di impegnarsi per farlo.

Come ben sappiamo, nessuno di noi può cambiare gli altri ma ognuno di noi può cambiare se stesso e, di conseguenza, il mondo.

Perchè tutto ciò non sia passato invano custodisco da oggi i miei confini con dei semplicissimi, banali e primordiali NO: osservo come sempre il mio nipotino e imparo da lui!