Un metro di vicinanza

Abito il Silenzio come in una grotta accogliente e calda, ne colgo il respiro tra le note di una musica, nella punteggiatura di una frase, nelle pause del vento.

Abito il Silenzio e proprio per questo cerco di essere il più possibile attenta alle parole che uso, alla loro sequenza e alla loro energia.

Cerco di cogliere la direzione in cui le parole mi portano e di orientarle nella direzione che scelgo. E in un’epoca satura come non mai di parole dette-sentite-scritte-lette è necessario sostare e dare voce al Silenzio per potersi ricompattare, per non sfilacciare la mente e il cuore e non svilire l’Umano.

Non accontentiamoci delle definizioni che riceviamo ogni giorno e che ci travolgono nella frenesia dell’emergenza! C’è un parlare che – pur con le migliori intenzioni di ottenere il rispetto di norme sanitarie a beneficio dell’intera comunità – divide le persone azzerando la coscienza sociale.

Quale immensa differenza c’è infatti tra il dire “dobbiamo considerare ogni persona che incontriamo – cioè L’ALTRO – come un potenziale trasmettitore di virus” e l’affermare piuttosto che “ognuno di noi – cioè IO – può essere un potenziale trasmettitore di virus”!

In entrambi i casi il comportamento richiesto è di rimanere a un metro di distanza, ma mentre nel primo caso l’altro diventa l’oggetto di cui diffidare, una pericolosissima mina vagante, nel secondo caso sono io che ho cura dell’altro e mi comporto in modo da non recargli danno!!

La Cura e non la diffidenza, la Vicinanza e non l’ostilità, l’azione consapevole e non la re-azione istintiva: questo è il passaggio evolutivo che ci è richiesto per innalzarci verso l’Umano!

A un metro di vicinanza, sorridendo con gli occhi al di sopra delle mascherine che tutelano l’altro dal potenziale pericolo che io rappresento per lui, i cuori si scaldano e si rianimano, e il respiro si fa lento e profondo.

Io ti proteggo da me…e tu ti puoi rilassare in questo metro d’Amore e di Cura.

Chiudi gli occhi e ascolta Shaina Noll: You can relax now