Nell’Attesa del Sacro

E’ appena trascorso il solstizio d’inverno, la notte più lunga, e tuttavia la profusione di luminarie che decorano i centri abitati rende difficile persino “rimirar le stelle”…

e l’anima cerca pace da tutta questa invasione di luci.

Buio rassicurante, caverna silenziosa dove diventa possibile ascoltare il battito del proprio cuore e il palpito del cuore altrui, cos’altro è l’Attesa se non il Ventre di una Madre?

Tempo lento di Attesa. Attesa assaporata e vissuta scostando il proprio passo dalle scale mobili degli ingranaggi che abbiamo contribuito a costruire.

 

Quest’anno arrivo affannata al Natale.

E solo oggi, il 22 dicembre, ho iniziato a fare il Presepe (antico ormai di 5 generazioni) per onorare i miei antenati e la mia storia, ma ero stanca e pensavo che avrei voluto starmene davanti al caminetto a riposare…

Poi però quel tempo… Il tempo della progettazione, il tempo di scartare ad uno ad uno i personaggi ricordandone ancora una volta la storia, il tempo di collocare le case e il ponte e il pozzo-fatto-in-cartapesta-da-mio-padre-bambino-nel-giorno-della-morte-di-sua-nonna. il tempo di riordinare e pulire la casa…

Il tempo ricolmo di frammenti di bellezza mi ha ricongiunta al Sacro.

Non solamente il Sacro della Natività ormai imminente.

Penso al Sacro di ogni nostra nascita e ri-nascita, al Sacro di ogni nostra gravidanza di noi stessi.

Entro nel buio confortevole di questo Ventre caldo e silenzioso e ancora una volta, nell’Attesa, mi predispongo a Nascere, mi predispongo alla Luce.